Disco del giorno … e un po’ di me. – Slowhand

Davvero, fino agli anni delle superiori ascoltavo solo la musica che passava in radio e una trentina di 45 giri di mia madre, che infilavo in un mangiadischi grigio e blu. Morandi, Gaber, i Giganti… ” credo che l’amor sia la più bella cosa che…” Tema si intitolava la canzone e poi tanta radio, musica commerciale. La radio però intriga più della televisione, che ti distrae con le immagini: alla radio devi stare attento, se ti perdi il filo del parlato è finita. Mi piace la radio, anche oggi la prima cosa che si fa a casa mia si accende la radio e si ascolta musica rock. Eh si, perchè in quella seconda metà degli anni anni ’70 , smanettando sulla radio di casa, soprattutto alla sera, si intercettava una radio “particolare” che passava musica straniera, ma con ritmi e suoni che ti costringevano letteralmente a battere il tempo con il piede. Era la radio della base americana di Vicenza e li passavano, ma li avrei scoperti dopo, grandi del Rock’n’Roll e del Blues, il Country, il Soul… comincia così a scoprire Chuck Berry e Bo Didley, James Brown e con i pochi rudimenti di inglese dell’epoca ad ascoltare i Deejays della Base mentre passavano i loro pezzi. Arrivata così la fine delle scuole medie, chiesi come regalo per la promozione un giradischi, uno di quelli veri su cui potevano girare appunto i 45 giri, ma anche, soprattutto i 33 giri.

Il regalo arrivò, con grande gioia: ora si trattava di recuperare la materia prima. I dischi. Non erano tempi facili a casa Zorzi, pochi soldi, solo papà in fabbrica, due sorelline piccole, mi soccorse il nonno che mi allungò qualche lira. Così parti per Verona centro per comprare dei dischi. Entrai alla Ricordi in via Mazzini: mi persi fra gli scaffali, ma saltai immediatamente tutti quelli dedicati alla musica italiana, avevo due nomi in testa che i Deejay Americani mi stavano suggerendo: Clapton e Hendrix: fatti i conti con le scarse finanze uscii dal negozio con una copia di Slowhand di Eric Clapton fra le mani. Il disco era di due anni prima, ed era in offerta. Cominciai a suonarlo appena giunto a casa, mi sitava aprendo un mondo davanti…. e le scuole superiori avrebbero fatto si che questo mondo diventasse passione!

Slowhand 1977, è il disco solista di maggior successo di Eric Clapton, per chi non lo conoscesse questo signore negli anni 60/70 era “graffittato” nella metropolitana di Londra in questo modo: “Clapton is God!” riferito al suo livello di chitarrista. E’ l’album che segna un po’ la sua rinascita dopo anni diffcili combattuti fra eroina, disintossicazioni, ricadute e quant’altro. Lo conosco a memoria ormai, ma ogni volta che sento le note di Cocaine, Wonderful Tonight, Lay Down Sally o ancora The Core oppure Mean Old Frisco, mi emoziono come la prima volta che la puntina del mio giradischi nuovo toccò il vinile.

SZ

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