Nazim Hikmet – Pioggia d’estate

Nazim Hikmet è senza ombra di dubbio uno dei principali poeti turchi del XX secolo. Pur nascendo in una famiglia agiata.padre diplomatico e madre pittrice, ebbe vita avventurosa fra esilio, persecuzioni governative, fughe in Russia, frequentazioni di Lenin, Esenin e Majakovskij, ritorni in patria, carcere e amnistie.

Fiero oppositore di Ataturk, dopo averlo appoggiato in gioventù, era osannato come poeta dallo stesso Ataturk per tutte le poesie che non avessero connotazioni politiche, questo rende l’idea dello spessore del poeta che però, mai rinnegò la sua fiera opposizione al potere turco.

Non conoscevo Hikmet e mi è stato consigliato da un caro amico che mi disse che avrei potuto trovarlo interessante: decisamente interessante direi, sia per la poetica che per i contenuti. Un poeta rivoluzionario, non solo per le idee politiche, ma anche per l’approccio alla poesia iniziato in giovanissima età.

Ho letto la poesia che vi propongo oggi, all’interno della raccolta Poesie: nel libro viene ripercorso tutto l’itinerario creativo di Hikmet attraverso le tematiche a lui più care: la nostalgia, l’impegno politico, l’amore per il suo popolo, per la sua famiglia. Poesie appassionate che diventano strumenti di una ribellione indomita e profonda. Vi lascio con questa Pioggia d’estate, delicato e triste racconto di un breve, brevissimo scroscio di pioggia estiva.

NAZIM HIKMET – PIOGGIA D’ESTATE

Pioggia d’estate cade dentro di me
acini d’uva si schiacciano contro i miei vetri
gli occhi delle mie foglie sono abbagliati

pioggia d’estate cade dentro di me
piccioni d’argento voltano dai miei tetti
la mia terra corre coi piedi nudi

pioggia d’estate cade dentro di me
una donna è scesa dal tram
i polpacci bianchi bagnati

pioggia d’estate cade dentro di me
senza rinfrescare la mia tristezza

pioggia d’estate cade dentro di me
all’improvviso e all’improvviso s’arresta
il peso dell’afa è rimasto dov’era
al termine delle grosse rotaie
arrugginite.

SZ

P.S. Una delle più famose poesie di Hikmet, Alla Vita, ha ispirato alcuni versi della canzone Sogna, ragazzo, sogna di Roberto Vecchioni

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