Quando si parla dei Velvet Undergorund, si fa spesso riferimento al fatto che siano stati fonte di ispirazione per un infinito numero di band “moderne”. Insomma chi li ascoltava era invariabilmente tentato dal rpovare a suonare. Le due personalità debordanti di Lou Reed e John Cale creavano quella tensione latente all’interno del gruppo, che assieme al drumming “scolastico” ma perpetuo di Moe Tucker e alla chitarra di Sterling Morrison, li ha fatti diventare i precursori di… tutti i generi musicali a venire! Punk, glam rock, noise rock, alternative, new wave, tutti questi generi hanno degli immensi debiti di riconoscenza ai Velvet Underground. I VU, soprattutto quelli della formazione originale, fondono tutte queste caratteristiche e le esaltano in un mix di musica indifinibile, ma sopraffina, come l’album di oggi.
Eppure sono forse il primo e unico gruppo di cui ho acquistato dischi senza averne letto alcunché… il primo disco dei VU che ha girato sul mio stereo fu White Light/White Heat di cui non vi parlerò, perché se qualcuno non lo conosce è giusto che lo ascolti, possibilmente senza leggerne prima alcunchè. Poi, dopo la sbornia, leggerete e vi si chiariranno tante tante domande; poi farete come il sottoscritto che si precipitò a comprare il disco di oggi dove oltre ai Vu, c’è la memorabile partecipazione di Nico e la “benedizione” con tanto di copertina firmata di Andy Wharol. Un disco travolgente! Che in realtà all’epoca della sua uscita fu un insuccesso commerciale clamoroso, nonostante Wharol fosse all’apice della fama. La realtà? Era un disco troppo avanti per i tempi ci sarebbero voluti anni perchè gli venissero attribuiti i giusti e doverosi riconoscimenti! Ah un consiglio: una delle tracce del disco, European Son, è dedicata a Delmore Schwartz, poeta americano protagonista della nostra pagina di oggi dedicata alla poesia. Magari poi gli buttate un occhio….

VELVET UNDERGROUN & NICO – 1967
Buon Ascolto!!
P.S. se dopo averlo sentito vi venisse voglia di mettere su una band… fatelo!!!
Let’s Rock!!
SZ