Alfiere per antonomasia del cosiddetto “realismo sporco” Bukowski ha vissuto una vita più desolata che avventurosa. Figlio di padre violento, dedito dalla giovane età all’alcool e ai vizi, comincia a scrivere a circa 24 anni, quando un paio dei suoi racconti vengono pubblicati da riviste underground americane. Poi uno stop di dieci anni, comunque decisivi per le sue opere future sempre sospese fra autobiografia cruda e immaginazione fervida.
Durante questo decennio sabbatico, vagabonda per gli States senza meta e obiettivo preciso, accumulando però una serie infinta di aneddoti di vita vissuta che in maniera molto, molto esplicita e diretta riporta nell’innumerevole serie di romanzi, racconti e poesie che ci ha lasciato. Poi arriva a Los Angeles, e la città degli angeli diverrà la “sua” città, anche musa ispiratrice. Nel 1955, a soli 35 anni, rischia di morire per un’ulcera perforante derivante dall’abuso di alcol.
La prima vera raccolta di poesie di Bukowski, Confessioni di un uomo folle abbastanza per vivere con le Bestie, viene pubblicata nel 1965 con scarso successo ed è seguita da nel 1966 da Tutti gli stronzi del mondo e me, nel frattempo annota un Taccuino di un vecchio porco e lo pubblica a episodi su un giornale underground di Los Angeles, che però avrà vita assai breve. Nel 1969 viene messo sotto contratto dalla casa editrice Black Sparrow, per 100€ al mese vita natural durante: sarà la sua ultima casa editrice. Pochi mesi dopo il successo del suo primo romanzo autobiografico Post Office, lo renderà celebre e conosciuto ed apprezzato, o detestao in tutto il mondo. Per riconoscenza a chi aveva creduto in uno “scrittore maledetto, scarso e sconosciuto” pubblicherà tutte le sue opere successive sotto le insegne della Black Sparrow.
Stile informale e anticonformista, apparentemente poco attento al lessico e orientato al visuale, ha influenzato con le sue opere, alcune postume su espressa volontà dello stesso Bukowski, buona parte della letterature del secolo scorso. Muore nel 1994 a 74 anni, che per la velocità a cui sono stati vissuti potrebbero benissimo essere stati 148. Buona lettura!

HENRY CHARLES BUKOWSKI – L’HAI AMATA VERO?
L’hai amata, vero?” Lui sospirò “Come posso risponderti? Lei era matta” Sì passò la mano tra i capelli “Dio se era tutta matta. ogni giorno era una donna diversa Una volta intraprendente, l’altra impacciata. Una volta esuberante, l’altra timida. Insicura e decisa. Dolce e arrogante. Era mille donne lei, ma il profumo era sempre lo stesso Inconfondibile. Era quella la mia unica certezza. Mi sorrideva sapeva di fregarmi con quel sorriso. Quando sorrideva io non capivo più nulla Non sapevo più parlare ne pensare. Niente, zero. C’era all'improvviso solo lei. Era matta, tutta matta. A volte piangeva. Dicono che in quel caso le donne vogliono solo un abbraccio. Lei no. Lei si innervosiva. Non so dove si trova adesso, ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni. Era matta, tutta matta Ma l’ho amata da impazzire.
SZ