Purtroppo ricordo molto bene il giorno in cui la radio diede la triste notizia della morte di Rino Gaetano. Un incidente stradale a Roma aveva stroncato la carriera di uno dei più ironici, dissacranti e musicalmente validi talenti musicali italiani. Uno che ci aveva messo la faccia più volte, oltre alla musica e ai testi, attirandosi spesso gli strali di quell’Italia bigottamente perbenista di fine anni ’70. Il primo Lp di Rino, INGRESSO LIBERO, passa quasi sotto silenzio ed è con il quarantacinque giri Il cielo è sempre più blu del 1975 che esplode il fenomeno Rino Gaetano: la canzone con ironia evidenzia situazioni e luoghi comuni del tempo e come ebbe a dire lo stesso autore, “Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi «vive in baracca».
Centomila copie vendute, popolarità in crescita e l’annuncio del nuovo album: nel 1976, preceduto dal singolo Berta filava, esce MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO: la solitudine e l’emarginazione, i temi portanti dell’album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l’utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Gaetano riuscì ad ottenere un album più complesso e maturo del precedente. In una recensione pubblicata da Ciao 2001 poco dopo l’uscita dell’album si leggeva:
«Rino è una figura atipica: la difficoltà di trovare modelli cui avvicinarlo, correnti in cui inserirlo, è il miglior complimento che gli si possa fare. Le musiche, fatte di pochi accordi, sono costruite intelligentemente e tutto sommato gradevoli. La voce è aggressiva, grintosa, volutamente grezza: le parole divertenti, con poche allegorie, immagini veloci, fotografiche.» |
E’ una rappresentazione fedele dell’andamento del disco che consoliderà la fama di Rino, proiettandolo poi fin verso la partecipazione a Sanremo del 1978 dove in una esibizione rimasta memorabile, fra Frac e tuba, spillette lanciate al pubblico e i Pandemonium a sorpresa sul palco nel finale della canzone, cantò Gianna, oggi ilsuo pezzo più famoso, e pronunciò per la prima volta a Sanremo la parola sesso.
Tutto sembrava predire una luminosa carriera, fino all’incidente che lo ha portato via troppo presto. Restano le canzoni e la stima di un ambiente musicale che ha faticato ad accettarlo da contemporaneo per poi osannarlo da morto. Sicuramente un innovatore con una capacità di analizzare il presente e prevedere il futuro dato che le sue canzoni suonano ancora oggi molto, molto attuali. Buon Ascolto!!

RINO GAETANO – MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO (1976)
Per approfondire :AIDA (1977), NUNTEREGGAEPIU'(1978)