Vita e società -L’isola che non ci sarà più (se non li fermiamo…)

di Stefano Zorzi

Usciamo un pochino dagli schemi canonici di Out of time, affrontando un tema di attulità e provando a raccogliere le opinioni dei frequentatori del Blog. Usate la mail blogsz1966@gmail.com o i commenti diretti all’articolo per dire la vostra…

Il tratto di costa sarda che vedete in foto è uno dei più belli che madre natura abbia donato alla nostra nazione, la cosiddetta Costa del turchese, il nome non mi pare abbia bisogno di commenti, la bellezza e la suggestione del luogo neppure.

Ebbene, questo tratto di meraviglia costiera, e purtroppo molti altri tratti di costiera sarda sono diventati a rischio cementificazione. Una delibera della giunta Regionale sarda ha approvato una legge regionale che, di fatto, scavalca il Piano Paesaggistico Regionale e da il via libera a molti dei progetti di costruzione in stallo da qualche anno proprio per tutelare il paesaggio naturale dell’Isola.

La legge è passata con i voti della maggioranza di centro destra che si è subito preoccupata di fare un distinguo: «Non abbiamo alcuna intenzione di cementificare – ha detto il capogruppo del Partito sardo d’azione Franco Mula, relatore del progetto di legge e tra i pochi nel centrodestra a intervenire durante la seduta che ha portato all’approvazione della legge – Vogliamo occuparci subito delle infrastrutture che devono essere realizzate; il resto lo decideremo dopo insieme con voi. Oggi abbiamo scritto una nuova pagina nella storia dell’autonomia della Sardegna».

La maggioranza guidata dal sardo-leghista Christian Solinas ha sempre dichiarato che il provvedimento è mirato a «salvare» la strada a quattro corsie Sassari-Alghero, sulla quale grava il parere negativo della Sovrintendenza del ministero per i beni culturali.

Ben diverso il tono delle opposizioni che reputano la dichiarazione pro- infrastrutture un cavallo di troia per sbloccare un gran numero di cantieri sulle coste sarde:«Il vero obiettivo della legge è quello di far cadere i vincoli su fascia costiera, agro e beni identitari, le strade non c’entrano nulla. E questo è un colpo di mano, considerato che non è stata accolta nemmeno la proposta della ministra», ha denunciato in aula il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Il consigliere dem ha anche posto l’accento sul fatto che “l’approvazione di questa legge potrebbe mettere in discussione la stessa possibilità, da parte del consiglio dei ministri, di procedere allo sblocco immediato della strada Sassari-Alghero».

Infatti, ha spiegato Ganau, «c’è il rischio di un contenzioso in sede di Corte costituzionale, che allungherà i tempi per l’ultimazione della quattro corsie”. Eugenio Lai (Leu) ha ricordato i rischi che vengono dal fatto che la legge abbia carattere retroattivo. «Di fatto – ha spiegato – si tratterà di una sanatoria di tanti abusi edilizi». Come previsto da Ganau, i gruppi ambientalisti sardi rispondono a muso duro annunciando il proposito di bloccare la legge per vie legali.

Questa la visione d’insieme del problema: spesso in Italia l’interesse privato ha avuto la meglio sulla pubblica utilità o anche sulla tutela del paesaggio e dei beni culturali e questo ha, in alcuni casi, creato degli eco mostri quasi mai sanati, anzi spesso condonati da decisioni politiche quanto meno discutibili. Voi come la pensate in proposito? E’ giusto che la Sardegna decida autonomamente in merito ad un patrimonio paesaggistico che è da considerare a disposizione di tutti gli italiani e non solo?

Mandate una email a blogsz1966@gmail.com o commentate sul sito esprimendo la vostra opinione in merito alla vicenda della possibile cementificazione delle coste sarde.

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