Le “mie” dieci canzoni italiane di sempre.

di Stefano Zorzi

Beh si, anche se musicalmente orientato verso la musica anglosassone, anche io ho le “mie” canzoni italiane… quelle che sono parte di me da che ascolto musica (e ne ascolto davvero tanta..), che hanno segnato un momento particolare della mia vita o che suscitano un ricordo, un’emozione.

Come per tutte le selezioni, e dieci pezzi solamente sono davvero pochi per un onnivoro musicale come me, anche questa sarà opinabile o magari non vi interesserà, o invece susciterà curiosità; magari nei più giovani o magari nei miei conoscenti che non si aspettavano che nella ci fosse quel pezzo, o ancora che non ci fosse quell’altro… è il divertente delle selezioni musicali e non, condensare in qualche titolo un smisurata passione per la musica, soprattutto rock… ma non solo.

Per completezza d’informazione preciso che non si tratta di una classifica, ma delle dieci canzoni italiane che più mi hanno “segnato”

Chissà se riuscirò a stupirvi con i “miei” pezzi o con i commenti ad ognuno: ricordi ed emozioni che voglio condividere con i miei lettori, tanti o pochi che siano…

E allora andiamo. Come sempre buona lettura e buon ascolto!

  1. SCENDE LA PIOGGIA – Gianni Morandi

Partiamo col botto: in quanti avreste scommesso su Gianni Morandi in questa lista? Eppure questa canzone, suonata su un vecchio mangiadischi di mia madre, ha accompagnato la mia infanzia insieme ad un paio di canzoni di Giorgio Gaber e ai Giganti, si quelli di Tema. Un meraviglioso ricordo d’infanzia, di quando si giocava a pallone in strada e la “contrada” era prima di tutto una famiglia. Ah per inciso, seppur inascoltabile il 45 giri originale ce l’ho ancora…

2. LA FAVOLA MIA – Renato Zero

Uno dice: anche sorcino, sei stato? Forse sorcino, sorcino no, ma in quegli anni, verso la fine dei ’70, Renato Zero rappresentava l’essere in controtendenza nei confronti di tutti e tutto; remare controcorrente mi ha sempre affascinato e poi Zerolandia, l’album in cui è contenuta questa meraviglia, resta uno dei capolavori della musica leggera italiana.

3. SOGNI DI ROCK AND ROLL (Live) – Ligabue

Quanti di voi sanno che due anni prima della versione di Ligabue, questa canzone è stata inserita nell’album Tra me e me del compianto Pierangelo Bertoli con lo stesso, all’epoca sconosciuto, Ligabue ai cori. Cercatevi la versione e ascoltatela. Non mi interessa il giudizio di merito sulla canzone: in quel momento, 1990, ad un passo da uno svincolo cruciale della mia vita, il matrimonio con Stefania, i Sogni di Rock and Roll di Ligabue erano anche miei… e sono ancora li! Ho scelto quella che secondo me è la versione migliore suonata dal Liga dal vivo durante il tour di Su e giù da un palco.

4. APAPAIA – Litfiba

L’album è 17 Re. Un monumento del rock italiano anni ’80. 1986 per la precisione, Non fosse così APAPAIA (manifesto assoluto di tolleranza delle idee) sarebbe sufficiente a renderlo uno degli album migliori della storia del Rock Italiano. C’è molto di me in questa canzone! L’ho sentita anche quattro o cinque volte dal vivo, coccolata dalla voce di Piero e dai riff di Ghigo, l’ultima volta durante il tour della Trilogia degli elementi e vicino a me, a cantarla a squarciagola c’era la mia piccola Alice… cosa volere di più dalla vita?

5. EURIALO E NISO – Gang

Loro, i fratelli Severini, marchigiani di Filottrano, sono stati spesso identificati come i Clash italiani: erano gli anni ’80 e cantavano in inglese. Avevano, e hanno, idee chiare e scelte nette: per me stavano, e stanno, dalla parte giusta! Nel 1991 decisero di cantare, in italiano, la loro visione del mondo e nel 1993, all’interno dell’album Storie d’Italia (misconosciuto gioiello della Trilogia Italiana con Le radici e le ali del 1991 e Una volta per sempre del 1995), inseriscono questo gioiello scritto da Massimo Bubola e musicato da Sandro Severini. Questa canzone, che contestualizza la favola di Eurialo e Niso durante la guerra civile Italiana, mi è entrata nel sangue e mi rappresenta. Oggi più che mai. I Gang mi hanno fatto l’onore di farmi partecipare come co-produttore ai loro ultimi tre album, autoprodotti fuori dal mercato musicale tradizionale e finanziati anche dal supporto dei loro fans.

7. IN UN GIORNO DI PIOGGIA – Modena City Ramblers

Personalmente reputo questo pezzo uno dei più belli in assoluto del rock italiano! Eh ma tu sei un fan, penserete. Avete ragione. Ma ho ragione anch’io! Punto. Riportavano tutto a casa, per dirla alla Dylan, i MCR in quella primavera del 1994, io aspettavo con ansia la nascita di Nicolò (maggio) e avevo preso una decisione importante: cambiavo lavoro dopo 8 anni nella stessa azienda e guardavo al futuro con speranza e fiducia. Se penso adesso a quelle sensazioni, pur non avendo alcun rimpianto, dico che non è andata esattamente come pensavo, forse è andata meglio! Come in quei giorni di pioggia, quando il vento dell’ovest ride gentile e qualcuno ti prende per mano per portarti via….

8. IL RICCARDO – Giorgio Gaber

Giorgio Gaber riempie un pezzo della mia collezione musicale, un buon numero di canzoni. Di belle canzoni. Non so voi, ma io in macchina, in questi anni digitali, pesco dalla mia collezione digitale così, casualmente, random come si dice oggi. E lo faccio sempre, come un riflesso condizionato: salgo, connetto il telefono e ascolto quello che capita… La vita è strana; mio padre è mancato il 22 settembre del 2011, più o meno alle 2 di notte, dopo una vita complicata da una salute di cristallo, non ha mai apprezzato particolarmente la musica, anzi spesso ci scontravamo sulla mia passione: conosceva e canticchiava una sola canzone IL RICCARDO di Giorgio Gaber. So che non ci crederete, ma indovinate che canzone è uscita casualmente dagli altoparlanti della mia auto la mattina del 23 settembre 2011… strana la vita e anche il random dello stereo! Ciao Papà, questa è tua!

9. CUPE VAMPE – Consorzio suonatori indipendenti

Un manifesto contro la guerra. Una guerra combattuta a poche centinai di chilometri da noi. Cupe Vampe è stato questo, e molto altro in quel 1996. La canzone racconta dell’incendio e della distruzione della Vijećnica di Sarajevo, l’ex Biblioteca nazionale che è stata ricostruita ed oggi è  adibita a Municipio comunale. Una delle più barbare e inutili distruzioni della storia dell’umanità con centinaia di migliaia di volumi bruciati e distrutti dai bombardamenti. La canzone, contemporanea all’assedio di Sarajevo (concluso nel febbraio del 1996), è un atto di denuncia che prova a scuotere le coscienze dell’epoca. Inutilmente! Odio la guerra con tutto me stesso!

10. PADANIA – Afterhours

Sono nato a Verona, madre mantovana, papà veneto. Padano fino al midollo, ma come avrete intuito non mi riconosco per nulla nella comune definizione contemporanea di Padania. Nulla è più lontano da me del pensiero “padano” contemporaneo fatto, in buona parte, di razzismo, sovranismo, intolleranza, ignoranza, rabbia, frustrazione, populismo, demagogia e luoghi comuni. E la canzone degli Afterhours ne è manifesto. Condiviso!

Eccole le mie dieci canzoni: ne ho tagliate tantissime altre. Bastano queste a dirvi chi sono? Penso di si. e comunque so che ve ne farete una ragione. Buon ascolto, se vorrete!

Alla prossima selezione.

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