“These songs are like tattoos”, dichiarò Joni Mitchell riferendosi alle canzoni contenute in BLUE, un album che definirei meravigliosamente “obliquo”: è un disco che al primo, primissimo ascolto, oserei dire fin dalle prime note di All I Want, ti prende e ti porta negli anni ’70 a chiaccherare di melodie con David Crosby e di armonizzazione con Graham Nash, tanto per citarne due a caso.
Ti entra dentro e non te ne stacchi, perché il tappeto sonoro di “soli” pianoforte, chitarra e voce (e che voce) è davvero suadente e atipico, anche per i tempi. Non è un’album jazz, non è un’album rock, non è un album folk, ma è tutti e tre assieme e ti costringe a ritornarci, più e più volte, ed ogni volta è unico e magico, anche all’interno della discografia della grande, grandissima Joni, che saggiamente non ha mai provato a replicarne il modello, pur nelle splendide prove successive.
Lasciatevi cullare dalla nostalgia di River o dalla grazia di Little Green, poi dal “delicato tumulto” di The Last Time I Saw Richard, o in silenzio ascoltate Blue e capirete pechè “these songs are like tattoos”; e poi riprendetele per conoscerne a fondo ogni sfumatura vocale e sonora. E occhio al tocco sulla chitarra di Joni che è chitarrista acustica di ottimo livello.
Questo disco è stato, è e sarà pietra di paragone èer tantissime voci femminili che si succederanno a Joni nel corso degli anni. Un album meraviglioso, che vi ritroverete a ad ascoltare più frequentemente di quanto possiate immaginare, e se la prima volta che sentite parlare di BLUE e di Joni Mitchell fosse oggi, beh sappiate che siete ancora in tempo, decisamente in tempo, perchè BLUE non ha età! Per me 5 stelle e buon ascolto!

Per Approfondire: SONG TO A SEAGULL (1968), CLOUDS(1969), HEJIRA(1976)
Artisti: James Taylor, Rickie Lee Jones, Crosby, Stills & Nash